Savoca, il mare, in fondo la Calabria |
27 dicembre
Mi riavvio
per Taormina e costeggio il mare. Roccalumera, Furci, S. Teresa …. Il sole
splende, il mare è blu, la temperatura sopra venti gradi mi ritrovo seduto su
una panchina a guardare il mare e dietro di me il camper con aria beata anche lui.
Sono a Sant’Alessio siculo, ho recuperato solo cinque chilometri alla meta.
Dopo un po’ di
rilassamento, verifico la situazione turistica della zona attraverso i miei potenti
strumenti elettronici e scopro: Forza d’Agrò che non è l’ultimo paese dove
Silvio ha acquistato una villa, ma un paese sopra una bellissima collina che ci
sovrasta (ci=io e il camper), un paese con una storia interessantissima e la
cui storia si legava con Sàvoca, paese ‘Capo Comprensorio’, che sta su una
collina ancora più alta e che scopro essere uno dei “Borghi più belli d’Italia”.
Monumento in piazza per il regista F. Ford Coppola |
A Forza d’Agro non si può andare, problemi viabili, ci si arriva solo da Taormina.
Riparto quindi per la mia meta.
Un bivio sbagliato e mi ritrovo ancora a Roccalumera; riparto e arrivo a Pagliaro (?) dove, disperato, chiedo lumi ad un vigile.
Dovete sapere che in Sicilia, come già accennato, sono passati tutti: greci, romani, arabi, normanni e recentemente americani e tedeschi. Credo che il mio vigile sia di origini tedesche, quando gli spiego la mia destinazione assume un’aria disperata e perentoriamente mi dice: Tutto sbagliò! Mi ingiunge di andare sino al monumento, poi ritornare, lui mi avrebbe aspettato per le dovute informazioni. Ci ritroviamo a bordo strada e mi spiega: Andare diritto per ... poi a destra... fare quel tratto di strada in terza e col piede sul freno, c’è il limite di velocità e il multanova tarato a cinquantacinque: “sono un pò bastardi quelli” mi dice. Poi sulla statale, fare attenzione, ma il multanova è tarato a settanta. In fondo al bivio tenere la destra, e mi si appoggia alla portiera con la mano tesa in avanti indicandomi la destra: “attenzione perché se prende la strada in mezzo ci fanno la fotografia”, e si tocca pollice e indice per specificare la macchina fotografica.
Ha finito la spiegazione, ma riprende immediatamente per la seconda volta. "Bene, adesso è chiaro!" Dico alla fine.
Quando me la ripete per la terza volta credo di essermi distratto e se ne è accorto, ho visto che mi guardava un po’ truce e ha deciso di dirmelo per la quarta volta. Da esperto turista ho capito che dovevo convincerlo che avevo capito: “li devo stare attento alla multanova tarata a cinquantacinque” lo anticipavo, “tengo la destra sennò ci fanno la foto”. Finita la quarta esposizione si è quasi convinto di essere stato chiaro, mi garda con aria un po’ insoddisfatta, mi porge la mano e mi dice: Accorto! Salvatore Frizzo! E posso ripartire. Non per tirarmela, ma quel cognome … se togliamo la “o” finale …
Tra burrone, vigile e traffico semi impazzito sono rimasto fermo per ventidue minuti.
Però, poi, sono arrivato a Taormina.
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