Giornata
meravigliosa, sole splendente, temperatura sui venti gradi, qualche lieve
brezza di tanto in tanto. Mi avvio
verso il più grande vulcano attivo d’Europa, la montagna più alta del centro
sud d’Italia. Percorro alcuni chilometri tra fiumi pietrificati di lava nera
alternati a boschi di betulle bianche, pini marittimi e vasta macchia mediterranea
che mi porterà al monte Pomiciaro per poi raggiungere Monte Zoccolaro (???!!!).
Al termine della strada, parcheggiato il camper, devo affrontare un impervio
sentiero che sale al monte: il sentiero è strettissimo, spesso scavato nel
terreno ed è molto ripido: mi hanno detto che la camminata durerà quasi due
ore. Sono quasi arrivato ma la mia prostata mi consiglia una sosta di
svuotamento. Partita la minzione noto che ho gli scarponi che affondano nella
neve, alzo gli occhi e vedo la punta della Calabria al di là di un mare vitreo
e splendente al sole. Sono sul bordo di un burrone incredibile che sprofonda
nella Valle del Bove. Chilometri quadri di lava raffreddata che ha l’aspetto di
un’immensa fronte aggrottata. La lava è nera alternata dalla neve che ha
rifuggito il sole sulle pieghe soleggiate. Pare un dipinto spatolato o come
quelli di Van Gogh, ma in bianco e nero. Attorno l’immensa sagoma rocciosa che
circonda la valle. Due piccole (!?) bocche laviche, la sotto, testimoniano da
dove sia uscita tutta quella lava. Lassù in alto i tre coni, bianchi,
altissimi, che al mio posto, fanno la fumatina del fine evacuazione, io ho smesso.
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