2 settembre
Campalto di
Mestre
Sono vicino
alla laguna, anche se non la vedo e decido di cercarla, a piedi.
Mi ritrovo
in mezzo a campi di granoturco maturo quindi a percorrere l’argine di un canale in
cui c’è un gran viavai di barche e motoscafi e non capisco dove vadano. Arrivo
ad una grande strada sopra la quale
passa un lungo ponte sospeso che scopro essere parte di una pista ciclopedonale
e scopro, a sinistra, un parco. Mi avvio
a caso verso est e dopo una mezz’oretta di cammino eccomi, infine, seduto a
bordo mare. In fondo lo skyline di Venezia e a destra due grandi navi tipo Schettino. A destra c’é un canale e un gran
viavai di barche, ecco il motivo dell’andirivieni visto prima, la laguna.
Lo skyline di Venezisa visto dal parco di Campalto |
Una delle numerose avveniristiche strutture del parco di Campalto |
Mi avvio al ritorno, ovviamente cambiando strada e trovo un cartello, “Forte Manin”: Deve essere lui.
Vedo una costruzione quasi totalmente ricoperta di vegetazione e chiedo informazioni ad una ragazza che sbuca dalla boscaglia in quel momento. Una ragazza un pò strana, ha un occhio semichiuso, mastica cicca nervosamente e alla mia domanda ondeggia ritmicamente una spalla e risponde: Non lo so! Non lo so! Non lo so! E fugge via.
Procedo un
po’ allibito e, subito dopo, incontro un
vecchietto cui chiedo appunto se quello sia il Forte, e questi mi risponde: Si!
Si! Eh, eh, eh! Mmmm.
Non so perché, ma ho pensato che la ragazza fosse una
vittima scementemente consenziente e l’altro il suo profittatore, poi più
prosaicamente ho optato per “padre e figlia”.
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