martedì 2 agosto 2011

Trieste.

1 Agosto.
Mi sveglio al camminare dei gabbiani sul tetto de camper, saluto mamma Dorina che sta nutrendo le sue creature e parto per la tappa base principale: Trieste.
Non ci sono mai stato, l’aspettativa è alle stelle.
Sistemo il camper in un’orribile area di sosta; faccio la spesa includendo carpaccio per darmi la carica; pranzo e mi cala la palpebra. Reagisco appena in tempo, parto a piedi e imbocco le salite che mi porteranno al punto più alto: Colle San Giusto. Quando arrivo all’angolo del Castello di San Giusto,vedo una famigliola di tedeschi che mi precedono, sono evidentemente avviati al castello e li seguo. Percorriamo il lato est, poi il lato nord, poi il lato ovest e finalmente ll lato sud dove c’è l’ingresso, dieci metri dal bivio dove ho deciso di seguirli.
 Già all’esterno c’è un’interessante area di reperti romani. Il castello è davvero ben tenuto. C’è una bellissima mostra di armi antiche, un lapidario e la possibilità di fare il giro sulle mura. Quando esco  per il giro mura, quello che mi farà capire esattamento com’è Trieste, comincia a piovere, ‘giusto’ in quel momento: poco, ma piove.
Bellissimo panorama sulla città e sul golfo. Scendo per visitare la Basilica di San Giusto. E’ grandiosa, affrescata addirittura con dell’oro. Oltre all’altare principale ce ne sono altri quattro laterali, mai visto.
Uno di questi è poco illuminato ma sicuramente bello. So che, di solito si tratta dell’attrazione principale e vogliono i soldi per accendere le luci, quindi metto il mio euro e mi piazzo per la foto. Quado mi giro quasi mi spavento, erano tutti lì a fotografare.
Parto per la discesa verso il cuore della città: piazza dell’Unità d’Italia. Imbocco la via di San Giusto e giusto in quel momento ricomincia a piovere ma smette quando arrivo alla meravigliosa piazza. Tre lati sono abbelliti di bellissimi palazzi; attraente la Torre Campanaria con i mori che suonano le ore come a Venezia. Il palazzo del Governo affrescato in oro sul lato destro e, di fronte, il mare. Proprio in quel momento transita una nave che copre l’orizzonte.
Mi siedo al bar dell’angolo e godo la piazza,“mule” comprese.
Soddisfatto, mi avvio al ritorno, ovviamente a piedi come sono arrivato, ma facendo il lungo mare: Trieste ha cinquecento metri di lungomare pubblico, il resto è porto.
Porto vecchio, porto nuovo, porto turistico: io mi perdo nel porto vecchio. Dopo chilometri di camminare a vista chiedo informazioni, il turco non capisce, in questo porto sono tutti turchi,  mi si dilatano le pupille, guardo in giro e scorgo uno sgabbiozzo con scritto ticket: salvo! Mi indicano un capannone, dove c’è una scala che risale alla strada e dopo ci sarà il posto che cerco. Infatti, uscendo dalla rampa riconosco la strada che avevo imboccato quattro volte quando cercavo l’area di sosta e dove avevo sempre fatto improponibili inversione a U. Lì, cinquanta metri a destra, c’era il mio camper.
Stasera spaghetti in aglio olio peperoncino pomodoro e qello che trovo in frigo.
Mamma quanti turchi.

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