3 Agosto: Il carso.
Oggi, grande camminata: Supervisione del carso e zone delle foibe.
Oggi, grande camminata: Supervisione del carso e zone delle foibe.
Partito alle otto e trenta, sono tornato alle venti: quaranta chilometri.
Dopo una simile camminata, togliere gli scarponi e fare una doccia è pura libidine.
Sono un po’ stanco e per oggi racconto solo la storia degli animali in libertà.
Lungo il tragitto pedonale, molto ben segnalato, mi trovo di fronte a una recinzione. Al centro, dove passa il sentiero, una piccola struttura in legno: tre gradini a salire, un cancelletto e tre gradini a scendere. E’ evidente che devo attraversare lì, e scorgo un cartello: “Parco Globojner” libero ingresso, e soliti inviti all’ordine a ripulire le proprie cose, rispettare la natura e non dare da mangiare agli animali in libertà. Entro e mi si chiude violentemente il cancelletto dietro le spalle (come nei telefilm degli Addams). Subito faccio mente locale: Quali animali? Che animali? Chi ha parlato di animali? In libertà loro dentro un recinto in cui ci sono anch’io?
Formulo ipotesi: serpenti no, non gli si dà da mangiare, già un bel problema in meno: Ma di cosa mi preoccupo? Se ci fanno entrare, non c’è pericolo!
Sono comunque un po’ teso, e ascolto con attenzione, non c’è nessun rumore. Strano, di solito gli uccelli fanno sempre casino, le cicale specialmente: niente, silenzio assordante. Avanzo un po’ teso, ho i bastoni nordici che sono comunque una buona difesa, ma da chi? E’ il non sapere quale possa essere un eventuale pericolo che irrita.
Ascolto, guardo, avanzo. Mi sento come cappuccetto rosso che attraversa il bosco per andare a trovare la nonna: Cazzo ma quella nonna non può venire ad abitare in città!? Calma io non sono Cappuccetto.
Vedo un’altra scala, in cemento, con piattaforma: è un punto d’osservazione sul golfo di Trieste. Salgo guardo: Beeelo!
Scendo, e lì per terra, un grave indizio, sterco a palline, quindi vegetariani (l’ho sentito in un telefilm del dottor House) ma più che palline sono bocce da biliardo. Gli animali sono grossi questo ora è certo. So che gli animali erbivori non sono pericolosi, ma sentire alle spalle qualcuno che mi lecca il collo con una ruvida lingua di tre chili, non mi va!
Avanzo, le chiazze di sterco sono sempre più frequenti, il silenzio si fa sempre più rumoroso, e lì a sinistra la tana: il pericolo viene sempre da sinistra. Cerco di girare più al largo possibile, guardo dentro e vedo buio, ma noto che è una struttura in parte fatta dall’uomo, metà emerge, l’altra interrata. Sembra vuota, quindi le bestie sono in giro. Avanzo e mi sento urtare a destra, è il solito ramo che mi rimanda sul vialetto. Alzo gli occhi e vedo un’altra bellissima struttura in legno, tre gradini a salire, cancelletto e tre gradini a scendere: l’uscita. Sto per inarcare il braccio nel gesto dell’ombrello e urlare thiè, quando, di fronte, vedo il branco.
Sistemo gli occhiali e…: Ma vaaaaffanculo! Un mulo due asini e un maiale.
Esco e trovo uno di quei cartelli che spiegano tutto: “In questa zona si possono trovare cerbiatti, daini, e vi sono tracce di passaggio di orso bruno e lupi”.
Ma andate a c…..!
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