31 Luglio: Muggia e Slovenia.
Mi sveglio presto al rumore pesante di qualcosa che mi cammina sul tetto. mi sento poco lucido, sarà per la pasta o perla grappa della sera prima. Vedo fuori movimento di gatti e qualcuno che gli da mangiare.
Mi sveglio presto al rumore pesante di qualcosa che mi cammina sul tetto. mi sento poco lucido, sarà per la pasta o perla grappa della sera prima. Vedo fuori movimento di gatti e qualcuno che gli da mangiare.
Decido per una passeggiatina per riprendermi. Fa fresco e metto anche una canotta sotto la camicia, pantaloni lunghi e scendo in paese. Torno a mezzogiorno e mezzo.
Ero partito senza impegno, poi ho visto gente distendersi al sole sul lungomare; ho proseguito verso un grosso paesotto che era subito dietro alla curva, Porto San Rocco; infine m’è venuto il buzzo di arrivare al confine con la Slovenia, sapevo che doveva essere abbastanza vicina: Cinque chilometri.
Nel frattempo è uscito il sole, faceva caldo e mi sono trovato con la camicia arrotolata intorno alla vita e canotta a rifrangere i raggi del sole. Mi sono specchiato sulla vetrina di un negozio: tutto bianco come un Papa.
Alla frontiera c’è solo un cartello che segnala il confine: hanno smantellato tutto, sono rimasti ampi parcheggi e un ristorante sventrato con tutte le vetrate rotte ancora a terra.
Mi avvio per il ritorno e vedo un cartello turistico che m’informa di scavi e vecchia chiesa di Muggia.
Purtroppo la strada è subito in salita con tornanti. Sudore stanchezza e sete mi assalgono. I pini da marittimi erano diventati di alta montagna, i fiori bianchi mi sembravano stelle alpine.
Arrivo finalmente alla chiesa: ne valeva la pena!
C’è un ampia vista verso il mare e Trieste sullo sfondo; ci sono interessantissimi reperti medievali e del paleolitico, la chiesa, romanica, ben curata ha interessanti e bellissimi affreschi.
Arte e storia non sono nelle mie migliori conoscenze ma è pur vero che le cose belle e interessanti si fanno riconoscere.
Torno alla base: tutta discesa ovviamente. Non più una goccia di sudore, solo dolore agli alluci dei piedi, la frenata è da surriscaldare i dischi dei freni.
Muggia! Chi era costei?
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