20 luglio
Asiago
Mi avvio per una tranquilla
passeggiata, sul percorso di una ferrovia dismessa, che attraversa l’altopiano da Asiago sino a Cesuna: dodici
chilometri. Arrivo alla meta intorno alle due del pomeriggio e da prassi sosto
al localino per un classico del luogo “panino con Soppressa e bianchino
fresco”. Sono assetato ed affamato e, fortunatamente, sono subito servito.
Come si può non amare un’umanità che
sa inventare simili meraviglie. La forma perfetta del salume con colori che
spaziano, in nuance, dal panna al mogano con costellazioni di ‘rosso Pompei’.
Tutto inserito in un trionfo di pane croccante, la cui sola esistenza appaga
dalle fatiche umane, splendente nel suo cromatico venghé. Lì a fianco, dorato, splendido,
in un boemo bicchiere di cristallo
imperlato di finissima rugiada, il ‘Bianco di Custoza’.
La melodia del pane che cede al mio
bramoso morso, il sapore che impregna tutte le papille. Poi quella goccia di
rugiada, ingrossata, che scende rigando e risaltando l’invenzione del Patriarca
Noè. E’ il richiamo …: Sorseggiami! Ed
ecco, odoro il profumo del vento che soffia tra le valli dei Cimbri e del pino
bianco resinato; vedo il fiore vermiglio del cardo, gruppi di silenziose campanule
color cielo e l’immensa distesa di fiori bianchi e ambrati.
Mi riprendo di soprassalto e ordino
velocemente caffè, per non raddoppiare. Devo percorrere ancora dodici
chilometri per il ritorno.
Al ritorno godo del panorama di
questo bellissimo Altopiano. Ci sono sette Comuni e una miriade di altre
piccole frazioni. Ogni agglomerato di case ha la chiesa e sempre un alto
campanile. Tutto l’insieme mi dà l’impressione di un grande cortile in cui vi
sono numerosi gatti acquattati, con la coda in aria, in attesa del proprio
turno.
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