19 dicembre
Oggi, finalmente, spesa al tipico mercato di Ballarò.
La zona del
mercato ha un’aria decisamente degradata, ma l’ambiente è molto vivace.
Urla di
richiamo dei venditori da ogni dove, sembra d’essere all’interno di un pollaio
con i galletti felici del loro operato.
Intento a
scoprire cosa fosse quella strada verdura, mi fa sobbalzare un urlo. È il mio
venditore che ravanando tra cavoli e carciofi manda anche lui il suo lieto
richiamo, così, senza preavviso.
Decido di
acquistare dei polpi. Tre bei polipetti come quelli che amava ingurgitare mio
padre alle feste popolari, due euro e cinquanta tutto. Chiedo come si cuociano,
interviene prontamente il venditore anziano che mi spiega in dialetto.Viene
interrotto subito dal suo aiutante che lo informa che non sono siculo, allore
questi inizia gesticolando: Blum blum (acqua che bolle) segno di tuffo (per
dirmi di buttare i polipi) apre la mano (per dirmi cinque minuti) e poi affetta
con la destra tenendo fermo il polpo con la sinistra(polpo immaginario
naturalmente). Non posso che andarmene dicedogli Thank… thank you! Merci!
Danke!
A Ballarò si
usa solo moneta: ho dato cinque euro per pagare dieci uova che costavano un
euro e mi hanno guardato storto. Tre chili di arance e mandarini un euro e mezzo;
quattro grossi carciofi un euro.
Avevo cinque
grosse borse di merce ed avevo speso undici euro e cinquanta.
Intanto la
pioggia aumenta, e sento: Miih (minghia) piove! Ma Dio ndo stà?
Ritorno al
camper riporre la spesa, anche perché ho
finito gli spicci.
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