venerdì 30 novembre 2012

Pericoli


8 agosto
Alta via delle Dolomiti da Cortina a Cimabanche
Bellissimo percorso ciclopedonale che riprendo. Dall’ampia vallata di Cortina, lungo la Valle del Boite, s’arriva ad uno stretto passaggio, una specie di Canyon solcato dal torrente Felizon con il suo spericolato ponte. Poco più su il dirupo ove sorgeva il castello di Bodestagno da cui  si gode la vista di tutta l’area dell’ampezzano. Subito dopo si gode la Piana del Rufiedo, costellata di mille rigagnoli di acqua pura e freschissima sino a Cimabanca, 1530 metri.

Da Cortina è stata sempre una tranquilla e pacifica salita. Ho attraversato gallerie, che imboccandole paiono grandi bocche d’aria condizionata freddissima; ho solcato immense slavine candide che discendono da alti dirupi sino a valle; mi sono dissetato a ruscelli che odorano di neve; ho provato le vertigini ad attraversare ponti che paiono agganciati ai pilatri del cielo.

Non ho però capito la smania di spaventare la gente con i cartelli di pericolo esposti ogni chilometro lungo questa bellissima via.
-Se uno stambecco attraversa la via, cosa può fare, beccarmi in testa con gli zoccoli posteriori?
-Se ci sono persone che passeggiano tranquille, cosa possono fare, investirmi? O devo preoccuparmi della loro salute giacché il cartello li tratteggia anziani?
-Se passa un trattore, mi vedrà o mi scambierà per il Pulcino Pio?
-Se cadono frane e sassi che faccio? Devo camminare guardando in alto per schivarli?
-Mi avvisano pure che potrebbe passare una macchina che, se schivo i sassi dall’alto me li potrebbe tirare dal basso. Mi metto la corazza?

-La pista si trova a circa milleduecento metri di altezza media; cinquecento metri in basso c’è  valle e fiume; mille metri in su le vette. Mi spiegate come fa ad allagarsi la strada? Hanno forse scoperto che i conti della fine del mondo non sono esatti e potrebbe avvenire anche prima tramite ‘Diluvio universale’?

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