giovedì 22 dicembre 2011

La vita è cara

19 dicembre
Oggi, finalmente, spesa al tipico mercato di Ballarò.
La zona del mercato ha un’aria decisamente degradata, ma l’ambiente è molto vivace.
Urla di richiamo dei venditori da ogni dove, sembra d’essere all’interno di un pollaio con i galletti felici del loro operato.
Intento a scoprire cosa fosse quella strada verdura, mi fa sobbalzare un urlo. È il mio venditore che ravanando tra cavoli e carciofi manda anche lui il suo lieto richiamo, così, senza preavviso.
Decido di acquistare dei polpi. Tre bei polipetti come quelli che amava ingurgitare mio padre alle feste popolari, due euro e cinquanta tutto. Chiedo come si cuociano, interviene prontamente il venditore anziano che mi spiega in dialetto.Viene interrotto subito dal suo aiutante che lo informa che non sono siculo, allore questi inizia gesticolando: Blum blum (acqua che bolle) segno di tuffo (per dirmi di buttare i polipi) apre la mano (per dirmi cinque minuti) e poi affetta con la destra tenendo fermo il polpo con la sinistra(polpo immaginario naturalmente). Non posso che andarmene dicedogli Thank… thank you! Merci! Danke!
A Ballarò si usa solo moneta: ho dato cinque euro per pagare dieci uova che costavano un euro e mi hanno guardato storto. Tre chili di arance e mandarini un euro e mezzo; quattro grossi carciofi un euro.
Avevo cinque grosse borse di merce ed avevo speso undici euro e cinquanta.
Intanto la pioggia aumenta, e sento: Miih (minghia) piove! Ma Dio ndo stà?
Ritorno al camper riporre  la spesa, anche perché ho finito gli spicci.

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