martedì 23 aprile 2013

Dettagli di una città meravigliosa



Piazza Ruggero settimo a Palermo

Premettendo che ho scoperto di amare Palermo, ritengo giusto elencare alcuni aspetti particolari della città. Alcuni possono apparire negativi, ma che significa? Negativo non è mai nulla nella vita, ogni cosa ha un suo perché.
Arrivando con la vettura sentirete fischietti di richiamo, sono i parcheggiatori “volontari” generalmente di colore. Non sono un problema: vi indicano dove parcheggiare e come, vi sorridono e vi seguono in attesa della mancia, ma non preoccupatevi ditegli che tornate subito e potete evitarla.
Passeggiando per ammirare i monumenti tenete sempre un occhio anche a terra, qui amano molto i cani, ma non sono pratici sul loro uso. Spesso a terra ci sono tracce della loro numerosa presenza. Naturalmente qui il sole rende abbastanza innocue queste tracce, ma se sono ancora calde …
Ci sono, in effetti, i famosi cassonetti dell’immondizia straripanti; non usateli come punto di riferimento, perché vengono spesso svuotati; il mucchio si trova in un altro lotto di cassonetti non ancora ripuliti e potreste confondervi, usate le cartine stradali.
Se sentite improvvisi boati musicali che velocemente arrivano e velocemente sfumano, tranquilli: è la piccola auto che passa con il grande subwoofer nuovo appena installato nel baule (gli installatori di autoradio a Palermo sono appena meno numerosi delle friggitorie). Se la musica è potente ma non passa in fretta allora sono i due ciclisti con batteria sul portapacchi posteriore e casse amplificate appese alla canna. Passato il primo con la “disco”, poi arriva il secondo con la “chillout” e vi potete tranquillizzare.
Importante: in Sicilia non si dicono parolacce in pubblico. Il mio linguaggio scurrile (che era nel contesto di un racconto) è stato vilipeso dal mio barista che mi ha cortesemente ricordato che tale linguaggio, in Sicilia, è appannaggio dei ragazzini di strada.
Al nord ci si saluta apostrofandoci: Va a de via ‘l cu! sa te fet in gir? Qui si baciano, anche tra uomini, si salutano molto cordialmente e in effetti non ho mai sentito nemmeno un ‘Minghia!’

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