5 giugno,
Lascio Bòvegno e mi avvio verso la Val Trompia. Ci sarà il Passo Croce Domini (1892mt s.l.m.) e bei paesaggi montani.
Sono anni che non vado in alta montagna, e la cosa mi attira, poi ho il camper che, giovane di strada (meno di 40.000 km) a luglio compirà 18 anni, e va svezzato. Gli uomini li portavano al bordello, quelli che hanno chiuso poco prima che toccasse a me, i Camper si portano o a Capo nord o in alta montagna.
Il navigatore con opzione altimetro, e via.
Il navigatore con opzione altimetro, e via.
La val Trompia è una valle piuttosto stretta e le montagne altissime. Per un pò, di paesaggio, neanche l’ombra, il navigatore sembra impazzito, ero quasi a mille metri di altitudine che riprecipita a 800, evito di dargli retta. A un certo punto la vallata si apre, altitudine 1400mt. Il panorama è davvero splendido, ancora montagne altissime ma coperte solo di verdi prati, bianche chiazze di neve qua e là, e la frescura.
D’improvviso mi gira la testa: guidando non è bello, non mi succede mai, che sarà? Deglutisco, due piccoli boati e mi ritorna l’udito. In effetti il camper era stranamente poco rumoroso. Era l’altitudine.
Arrivo a uno spiazzo con bar, e in alto campeggia 1800 mt s.l.m., mi fermo.
Sento uno strano odore di bruciato: la salita non era male, si sarà surriscaldato il motore.
Guardo il panorama e noto che a lato strada non ci sono scarpate, sono proprio burroni, non vedo la terra oltre il ciglio, non ho nemmeno voglia di avvicinarmi a controllare, riparto. Arrivo a uno spiazzo molto grande che vedo senza alcuna protezione o recinzione che pero si affaccia sulle cime, posto molto bello, l’altimetro mi dice 1930 mt.: oh bella, è oltre l’altezza del passo! Mi avvicino al bordo dello spiazzo, si fa per dire mancavano ancora tre metri, ma mi coglie una specie di panichino, queste sono altezze da paura.
Risalgo e mi accorgo che ho le ginocchia un po’ ballerine e le mani sudate, pochi metri e mi sparisce l’asfalto: Porc!
Sono molto in alto, altimetro 2200mt.: “Mi sarò mica perso come al solito?”
Neve a destra, strapiombo a sinistra, risparisce l’asfalto, la strada è sempre più stretta, sassosa, senza protezioni vedo in lontananza che la strada scende, risale, gira intorno alla montagna, sempre senza asfalto.
Scendo per rilassarmi e vedo colare acqua dal cofano, si tratta di liquido refrigerante: ORA SONO NEL PANICO. Le ginocchia tremano davvero, temperatura a circa 10 gradi e sono sudato.
In quel momento il non credente fa un voto a San Crispino (il primo Santo che mi è venuto in mente) e giuro: se riesco ad uscirne indenne, vendo il camper e torno da mia moglie.
Riparto; metto la prima che non staccherò per tutt’e dieci i chilometri di sterrato che mi separano dal Passo, mi tengo serrato sul lato montagna (spazio di 30 centimetri dai burroni) e, nervi in tensione da violino, avanzo.
Dieci chilometri in prima, quasi un’ora, poi finalmente: piazzetta, bar e asfalto. Grazie San Crispino.
La discesa sino a Breno è stata meravigliosa.
Dimenticavo: Il giuramento che ovviamente va tolto.
Spiego come si fa: prendere dal frigo un cartone di Rosso San Crispino, versarne 250 cc., berlo in un sorso, richiudere il cartone, riporlo in frigo (il rosso San Crispino si beve fresco). Fatto! Giuramento sciolto.
Come sono buoni i Santi.
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