"Stigghiolificio" |
Ho ceduto
alla tentazione di avvicinarmi ad una bancarella di produttori di “Stigghiòle”.
So che un turista a dieta non dovrebbe farlo, ma si trattava di documentarsi.
Come
tradizione il fumo che si sprigionava dallo ‘Stigghiolificio’ aveva già
attirato numerosi avventori.
Fatte alcune
foto e abbozzati i primi contatti, come è tradizione in Sicilia, non ricordo
come ma mi sono trovato tra le mani e in breve rapida successione: Quattro
bocconi di Stigghiòle e otto di “Caldume”.
Ringraziando
della cortesia e quindi instaurati i primi approcci e le prime conoscenze, mi
sono trovato in difficoltà con le mani
occupate dai successivi “provasse pure chistu’ e la bocca piena.
Devo giustamente
spiegare che le “Stigghiole” sono le budella delle pecore o anche di vitello,
il caldume è composto da tutto il resto della pecora ad esclusione della carne
e del fegato, quindi tutte le parti povere, dalle interiora sino a mammelle e/o
testicoli e altro che non hanno voluto
dirmi, il tutto viene bollito con verdure e aromi. Il risultato è davvero
eccellente e testimonio, secondo i miei gusti, che le ‘Stigghiòle’ sono buone ma
“il caldume” é davvero eccezionale da
provare assolutamente. Non so quali parti mi abbiano omaggiato, credo tutte,
non ho insistito nel chiederne nome o caratteristiche e credo sia stato meglio.
Insomma ho ‘assaggiato’ due nuove specialità di cibo da strada palermitani, ma in
realtà raramente faccio delle cene così abbondanti: quì li chiamano ‘stuzzichelli’.
In fondo a corso Umberto I, alla fine di Foro Italico. Palermo, Sicilia, Italia |
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