lunedì 30 maggio 2011

Mona

Quando il Regno di Sardegna invase il Veneto ovviamente fece bottino di guerra come era usanza in quei tempi.
 Il Sardo, uomo sostanzialmente pacifico anche se duro di testa, non infierì sui vinti, l’esempio più lapalissiano è il furto delle consonanti. Non le rubarono tutte, ma solo quelle doppie (oggi i sardi a volte usano anche tre consonanti per volta, a causa dell’eccesso causato dal bottino di guerra di quei tempi) .
 Al veneto sono rimaste le consonanti sempre sole. Sono isolate e a volte, anche se presenti, vengono sostituite: esempio la ‘elle’(Bello=Beo) . Altre, che non combinandosi bene, senza doppie,  vennero sostituite con altre, ad esempio la Zeta diventata esse (zappa=sapa).
Credo che in questo vada ricercato l’origine del problema che è tipico del veneto di usare in modo dispregiativo il sesso femminile invece del maschile. Dipende evidentemente dal fatto che nel sesso maschile vi è una doppia consonante, che addirittura è la ‘Zeta’
Si optò quindi per l’altro sesso.
 Dò qui una breve infarinatura linguistica, che spero sia utile ai turisti di lingua italiana che si recassero “Sul Veneto”
It: vaffanculo!  Vnt: va in mona!
It: sei scemo? Vnt: sito mona?
It: non capisci un cazzo! Vnt: no te capisi na mona!
It: Testa di cazzo! Vnt: Testa de mona!
It: Sei incazzato? Vnt: gheto e to robe?
It: Cazzuto (tosto intelligente). Vnt: Casson.
Ricordatevi di bere la birra Pedavena, quella degli Alpini, e cercate, nelle bancarelle delle feste popolari, i Bogoi e i Caraboi, fantastiche lumachine da gustare accompagnate da un bianchino dei Colli Euganei, è il miglior stuzzichino possibile, credete a coloro che hanno inventato lo ‘Spritz’. Le lumachine vanno infilzate con uno stuzzicadenti, estratte in questo modo dal guscio e mnangiate, per questo si dice, di piccolo pasto, 'Stuzzichino'
....Ma ve in mona! 
P.S.: Sappiamo che chi ha trafugato la Gioconda e l'ha portata al Louvre, é stato un Sardo. Ma dai, Mona con due enne!


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