sabato 14 maggio 2011

Cattelan

Oggi è nuvoloso, e approfitto per fare la camminata su Monte Pelada. Controllo sempre che il sole non sia frontale, impedisce la vista. Salgo da Comabbio, una salita da infarto, arrivo alla fontanella sopra il paese e mi giro per ritornare… ma insisto. E’ una collina di quattrocento metri e poco più, ma sembra di dover andare sull’Everest.
Credo vi sia un incredibile humus, perché mi trovo assalito da almeno trenta razze d’insetti diversi, l’ultimo lo vedo perché era piuttosto grosso, lo macello, ma mi lascia un gonfiore che sembra una pista di atterraggio per elicotteri. Monte Pelada dovrebbe significare che il culmine è Pelato, così potrei avere vista panoramica sui due laghi: illuso! Salendo non molto soddisfatto della scelta, noto le radici delle piante che attraversano il viottolo, e mi stimolano un racconto da fare al nipotino. 
“ Stavo camminando nel bosco di Cappuccetto rosso quando, improvvisamente ebbi l’impressione di trovarmi in un mondo diverso, quelle grosse protuberanze sul terreno mi ricordavano la mano rinsecchita di un vecchio, quelle piante ritte sembravano peli, ecc.” mentre così rimuginavo, notai dei tronchi con delle forme strane, che mi stimolavano racconti più raccapriccianti (i nipoti vanno spaventati sennò mica ti rispettano, diceva mia nonna). Fotografai tutto quello che mi sembrava utile al racconto, e mi trovai in fondo alla collina, di fronte alla bacheca su Monte Pelada. Leggo:  Monte e laghi di era glaciale; rocce con incisioni rupestri (non si negano a nessuno); folto elenco di uccelli e animali, tra cui numerose serpi (apro e chiudo il capitolo, pronto con la macchina fotografica, pronto con l’adrenalina, al primo incontro Flash e via: non ho visto nemmeno un lombrico); scoiattoli ecc.  Ma! “Numerosi ceppi e piante cadute, presentano caratteristiche forme in cui sono riconoscibili oggetti, volti, e con fantasia ciò che essa vi detta”.  E mi sembrava! Felice di trovarmi in sintonia con qualche altro fuori di mina come me, mi appresto a fare il giro di ritorno. Stranamente tutte le strade che rifaccio sono le stesse di prima, ma quanto mi sono perso? Ho fatto ottanta foto a soggetti che mi ricordavano qualcosa, ma in foto non funziona. Andateci che davvero sono incredibili.
Il dito della Pro-Zia di Cattelan.
Le urla dei parenti di Munch
Da 'IL GORILLA' di De André: davanti, a bocca spalancata, il giudice; dietro Il Gorilla Soddisfatto; alle spalle la vecchia indispettita ma in attesa.
Famiglia Cattelan a tavola
Piante che si accoppiano
 
Contorsionista








Dettaglio dell'incisione rupestre in 'Venetus Antiquus'

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