Dolci colline del Monferrato.
Da giorni, qui,
non si muove foglia. Il Monferrato è territorio agricolo: altri ritmi, rispetto
al nostro mondo produttivo, ma così pare troppo: “tutto è fermo”. I campi sono
deserti; non c’è traffico per le vie; rari bimbi che giocano; non si vedono
nemmeno massaie spiar dalle finestre; neppure un lontano latrar di cani.
Si sente
nell’aria una grande sensazione di attesa.
Incontro una
cortese guardia forestale cui chiedo: Manca molto? Quest’anno siamo in ritardo,
ci vorranno ancora un pio di settimane! Mi risponde. Pazienza, spero di poter
attendere! Rispondo.
Penso
proprio che aspetterò quei giorni, quando al mattino presto si sentiranno
accendere i motori dei mostruosi trattori d’oggi, il forte rumore dell’aggancio
dei grossi carri carichi di cassette vuote e poi la partenza per i campi con il
codazzo di altri piccoli trattori, camioncini e pulmini carichi di donne e
ragazzi, e processioni di gente a piedi che sciameranno verso gli innumerevoli
vigneti per la “VENDEMMIA”.
Saranno
giornate dure e pesanti, ma la sera, all’arrivar della frescura, tutti a tavola
a mangiare abbondante, bere abbondante, a chiacchierare e cantare. Poi, stanchi
e satolli, cedere ad un giusto riposo. Poi, il giorno dopo, ricominciare, per
giorni e giorni.
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