giovedì 26 settembre 2013
mercoledì 25 settembre 2013
martedì 24 settembre 2013
Cefalù
Cefalù: Una chioccia di paese |
Cefalù è inserita nella lista dei “Borghi più belli d’Italia”.
Si tratta di un paesino stretto e arroccato ai piedi di una rocca a strapiombo
sul mare. Direi che che merita di essere paragonato alle altre due importanti
perle sicule: Taormina ed Erice.
Un lungomare sabbioso si allunga a lato del paesino: circa
un chilometro di spiaggia dorata e sabbia fine, chiusa al lato opposto da uno
sperone roccioso.
Alle spalle della rocca il porto ed una caletta meravigliosa
punteggiata da scogli e chiusa da una scogliera con alla sommità una torre in
rovina ed uno sperone roccioso altissimo. Quà e là silenziose e dondolanti
barche a vela danno il
tocco finale ad uno scorcio delizioso.
La Rocca ospita, sulla cima alta circa duecento metri, i resti di un castello e dell’antica Cefalù
dei tempi delle invasioni arabe. Da lassù il paesaggio spazia sino alla “Conca
d’Oro” e si gode anche dell’ultimo sperone siciliano, San Vito lo Capo.
Il paesino
attuale è chiaramente di impronta medievale. Una chiesa, con doppie torri
laterali, enorme, sovrasta tutto l’abitato come una grande chioccia ed alle
spalle la rocca a proteggerla.
Racconta la
mitologia che la rocca sia il viso di una Ninfa innamorata di un pastore del
posto che, impedita nel suo affetto, sia stata trasformata così da Giove,
intenerito dal suo dolore.
Un segreto: Poco segnalato perché poco sicuro, sul versante
nord del paesino c’è un meraviglioso percorso. Quasi un chilometro di gradini a
salire e scendere tra gli scogli, a volte in alto altre volte a mare. Si sconsiglia di percorrerlo con mare mosso
però, con le dovute cautele, è un’esperienza entusiasmante, credetemi.
P.S.: Credo non sia un grande segreto la bellezza di questo
paese. Martedì scorso, al porto, ho contato quattordici bus. Ho incontrato i
villeggianti per le viuzze: francesi, spagnoli, russi, polacchi, giapponesi e
altri di cui non ho proprio capito l’idioma.
giovedì 19 settembre 2013
lunedì 9 settembre 2013
Maedusae, maedusarum, maedusis.
Sono quaranta
giorni che ozio in quel di Addàura: mare fantastico, temperatura elevata, zona
tranquilla. Non riesco a staccarmi da qui.
Qualche volta
ho sentito bagnanti parlare di meduse: Ne ho vista una! Attenti alle meduse! Due
meduse mi hanno sfiorato!
Un giorno un
signore è riemerso con aria dolorante ma orgogliosa dicendo: Mi hanno colpito
al braccio e al fianco! I suoi congiunti subito a proporgli chi l’ammoniaca, chi
l’olio, altri il medicamento portentoso. La vittima intanto, pimpante al centro dell’attenzione,
ascoltava interessato tutti.
Oggi,
sentendo ancora nominare questi animali, ho chiesto informazioni ai bagnini. Mi
dicono che a volte arrivano e che il loro contatto è si fastidioso, ma non
particolarmente doloroso. Aggiungono anche con aria comprensiva: qualcuno ne
soffre di più!
Tranquillizzato
parto per la nuotata quando sento come una scossa al braccio: ci siamo, penso, è
lei! Mi avvio allo scoglio semisommerso dove un signore scruta il mare e mi
conferma che l’impronta che ho sul braccio è proprio il tocco delle meduse: come
tre piccole dita che gonfiano la pelle, ma il dolore non è granché. Mi indica
anche una di loro là in mare: semitrasparente, color rosa carne, abbastanza
piccola, circa quindici centimetri per dieci: non granché. Né scorgo in quel momento altre due, abbasso gli
occhi e tre mi stanno circondando i piedi, salto all’indietro e noto che il
bagnino stà chiudendo l’accesso all'area tuffi e la gente è tutta fuori dell’acqua, in
piedi sugli scogli, intenta a scrutare il mare. Solo due temerari sono ancora immersi e
lanciano continue informazioni ai bagnanti: Tre la in fondo! Sei a dieci metri
a nord! Tre di fronte alla piattaforma!
Insomma un’invasione.
Dai! Oggi, in
un tranquillo pomeriggio d’estate, ho assistito ad una invasione di meduse.
Iscriviti a:
Post (Atom)