1 settembre: al mare
Decido di tornare al mare. Ho programmato un sopralluogo a Palmanova e faccio una specie di rientro da dove sono partito, verso la Laguna di Grado.
Lascio libertà di percorso alla “signorina Ricalcolo” e mi ritrovo al passo di San Boldo, ma al contrario. Devo affrontare quelle gallerie, in discesa e pare che stia per piovere. Mi organizzo: corpo inclinato tutto all’indietro, piede morbidissimo sul freno, prima marcia e via. Arrivo in fondo tranquillo e pure senza pioggia: Non mi sono divertito!
Sono a valle, altitudine centottanta metri e miss Ricalcolo mi fa uscire dalla via principale. Ma sì, vediamo posti nuovi! Mi dico. Improvvisamente la strada si fa strettissima e una pendenza incredibile: ma come, siamo a centottanta metri di altezza? La spiegazione c’è: La pianura friulana sale da Grado, due metri sul livello del mare, sino ai ventiquattro di Pordenone che é trenta chilometri all’interno. Mi trovo quindi all’ultimo baluardo collinare e sto scendendo al piano ben centosessanta metri più giù e in Friuli, le montagne e le colline sono sempre a picco. Affronto la discesa: qualche centinaio di metri poi, d’improvviso, il nulla. Davanti a me, sessanta chilometri di pianura sconfinata.
Il percorso segue un ritmo ben preciso: cinque chilometri di strada diritta poi girare a destra; altri cinque chilometri di strada diritta poi girare a sinistra; altri cinque chilometri di strada diritta poi girare a destra, tutto così. Tra gli sbadigli, improvvisamente, Palmanova.
Palmanova vista dall'alto |
Il paese in sé non è particolarmente interessante. Bella la piazza centrale con i suoi nove lati e fa effetto vedere tutte le strade convergere verso il centro della piazza. Girando intorno al centro tutte le vie sono parallele ai nove lati della piazza e le curve sono sempre, tutte, di quaranta gradi. Appunto di passare una serata alle giostre.
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