giovedì 16 maggio 2013

Golfo di Castellammare



Riserva Naturale Wwf di 'Capo Rama. Terrasini

Golfo di Castellammare
6-9 maggio
Trappeto, un paesino di pescatori che si trova in mezzo al golfo. Ad est ci sono dieci chilometri di piccole spiagge immerse nella costiera rocciosa, ad ovest dieci chilometri di spiaggie sabbiose.
Sul lato est, vicino a punta Raisi, c’è una piccola e bellissima riserva naturale del Wwf chiamata ‘Capo Rama’: Fronti rocciosi di marmi bordò a picco sul mare, la classica torre proprio sulla punta e intorno una meraviglioso fiorire di cespugli, tipici della macchia mediterranea.
Sono partito a passeggio e, dopo una bellissima spiaggia, sono stato costretto a camminare sulla statale: per quasi otto chilometri non ho potuto più vedere il mare. 
Dapprima un’orrendo lussuoso residence chiamato ‘Città del mare’ poi un altro residence meno lussuoso ma altrettanto orrendo chiamato ‘Perla del golfo’, poi, continuamente, aree private, strade di accesso al mare chiuse da cancelli. Insomma un’orrenda vergogna, sicuramente di stampo mafioso, tutto in territorio del comune di Terrasini. Una cosa simile non mi era mai successa. Per non prolungare il percorso di chilometri, a piedi intendo, mi hanno consigliato di camminare lungo la ferrovia, circa cinquecento metri, quindi scavalcare un muricciolo e un ponte e quindi, finalmente mi sono avvicinato all’area della riserva. Agli ex sindaci di Terrasini degli ultimi vent’anni, credo che lo scempio abbia circa quest’età, voglio urlare VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA! (quando ci vuole ci vuole).

Sul versante ovest di Trappeto c’è il sistema delle “spiagge piscina”: Si formano artificialmente a causa di piccole barriere di sassi, alternate a delle aperture che consentono il flusso tranquillo del mare. Si formano così delle piccole piscine circolari poco profonde e circondate da sabbia. E’ un sistema semplice ed efficace e il risultato è eccellente.
Subito dopo inizia l’infinita spiaggia del Golfo di Castellammare.



Appena fuori Trappeto ho scoperto un’area rocciosa incredibile. Tutti i massi sono costellati di conchiglie fossili: grandi, piccole, di mille forme e immerse nella roccia.
 Oggi ho risparmiato i soldi per il museo.
Fossili all'aperto: Trappeto (Pa)



mercoledì 15 maggio 2013

Un tocco di Zafferana



Santa Flavia: Scorci di vita paesana

Santa Flavia
5 e 6 maggio
Oltre la punta destra del golfo di Palermo c’è un grande scoglio chiamato capo Zafferana con un bellissimo faro; poi due piccoli paesini di pescatori, frazioni di Bagheria: Santa Flavia e Sant’Elia (ma il patrono è Sant’Anna): due paesini meravigliosi ed un ambiente davvero rilassante.


Foto: in senso orario da sinistra in alto:
Insegna di ristorante; 
Partita a carte Apepiaggio- Vs - Panchina
Cantori da strada
Catino d'Ami
Invidia all'ombra di Punta Zafferana 

Scorcio di Santa Flavia (Liguria?)

Re alla caccia. Bosco della Ficuzza.


Piana degli Albanesi: Portella della Ginestra

Entroterra siciliano
3 – 4 maggio
A soli venti chilometri da Palermo c’è un luogo-paese che si chiama ‘Piana degli albanesi’, un tempo chiamato Piana dei greci. Il nome è intrigante e decido valga la pena fare una visita.
Strada facendo mi imbatto in un cartello che mi ricorda cose antiche: ‘Piana della Ginestra’. Si tratta di un luogo ove il primo maggio del ’47 vi fu una strage. Storia dice che il bandito Giuliano ha sparato sulla folla di manifestanti che qui chiedeva le terre da coltivare: La magistratura propende per l’ipotesi ‘su ordine della mafia’; il P.c.i., organizzatore della manifestazione ritiene
per ordine del ministro degli interni Scelba; altri su ordine della massoneria, altri dei poteri forti. Insomma è il primo “Caso Irrisolto” della storia d’Italia. Ancora oggi qualche magistrato riapre le indagini ma sempre senza risultato.

In questo luogo, davvero bello, si è circondati da alte montagne, dolci colline con campi coltivati, laghi, artificiali e un tripudio di fiori che colorano le colline. Fare raffronti è sempre fuorviante, ma sembra di ammirare le montagne dolomitiche, le colline umbre e del Monferrato e i laghetti lombardi, tutto insieme.

Piana degli albanesi: il lago omonio



















Quì, dove meno l’avrei cercato, ma c’era da aspettarselo, trovo un castello. Un piccolo castello chiamato ‘Casina di caccia’. Siamo in un micro paesino chiamato Ficuzza ove i re borbonici venivano a cacciare. La costruzione ha una superficie di circa ottocento metri quadrati per quattro piani e il grande parco. Tutta la zona, a disposizione per la caccia del re, superava i ventimila ettari oggi ridotti, si fa per dire, a settemila e diventata la Riserva Naturale Orientata del “Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e gorgo del Drago” (nome un po’ lungo).
Riserva della Ficuzza: Il trono del Re.
La cosa interessante che ho scoperto è il modo in cui i re andavano a caccia. Partivano tutti Re, Vassalli e cani ma, arrivati sul posto, il Re, tranquillo, attendeva in qualche luogo protetto che gli aiutanti, battendo  la zona, costringessero la selvaggina a convergere sul luogo ove lui si trovava. Naturalmente il posto dell’attesa doveva essere almeno in parte confortevole, infatti qui c’è, ancora oggi, la postazione fissa di Filippo IV, chiamata ‘Il trono del re’: una roccia da cui hanno ricavato trono e scalini. Tranquillamente seduto il sovrano attendeva l’arrivo degli animali e da qui, procedeva alla loro esecuzione. Facile no!

Un Pazzo(?) a Capo Gallo


Mondello vista da Capo Gallo

Riserva di Capo Gallo
28 aprile
Si tratta di un monte che campeggia su Mondello da un lato e Sferracavallo dall’altro. Svetta sul mare da quasi seicento metri e da lassù si godono viste spettacolari. Sulla cima c’è un vecchio faro dismesso dove un mio collega (uxorseparatio) vive eremita. Ha preso possesso di questo faro, dove vive, e lo ha abbellito.
Pare la cappella Palatina di Palermo: non c’è, al suo interno, un centimetro libero da ornamenti. Tutto è stato ricoperto con Sassolini, vetrini e pietruzze a mosaico. Ogni stanza è abbellita da motivi diversi, quasi tutti di origini religiose, anche se un po’ confusionarie. Il personaggio è chiaramente ebreo per la presenza della stella di David ovunque, ma vi sono anche simboli e immagini di origine cristiana e motivi di abbellimento tipicamente arabi: insomma un’altra sintesi di stili e culture sicule.
Sono avvertito che, il Nostro, è timido e non vuole essere disturbato ma Dio sa quanto avrei voluto conoscerlo, una che fa tutto questo è sicuramente un personaggio, credo pazzo, ma comunque un personaggio.
La Palatina di Capo Gallo

mercoledì 8 maggio 2013

Serpotta



Un signore, tal Giacomo Serpotta, secoli fa ebbe una intuizione: Poiché allora, come oggi, mancava danaro e il lavoro era carente, inventò il finto marmo. Si trattava di stucco misto a polvere di marmo a cui somigliava molto. Era più facile da lavorare e molto meno costoso. Ottenne numerosi lavori che si trovano in quasi tutta la Sicilia.
Mi raccontano che, pattuendo il prezzo delle opere da eseguire pretendeva sempre anche una botte di vino in anticipo, condizione irrinunciabile per l’accordo di lavoro.
Ammirando le sue opere mi pare di vederlo: incerto sulle gambe, occhio lucido e bestemmia facile, mentre impasta e affina Madonne.
Palermo, chiesa a Ballarò. Un esempio di finto marmo del Serpotta