venerdì 30 novembre 2012

Casina casetta


9 agosto        
Innanzitutto un aggiornamento economico, spritz batte musei 48 euro a 11. Non ci sono più i musei di una volta e i bar sono sempre più belli. A Cortina ho visto un posto eccellente ma vuoto, ho rischiato: come dappertutto lo spritz costa quattro euro, ma con un buffet al tavolo da paura.
Ho oziato lì, in centro a Cortina: Braghe corte, cappellino, bastoni e scarponi , tirandomela. Soldi spesi bene.

Mi sono quindi trasferito a Moena, nella mitica Val di Fassa (quella della marcialonga), bellissimo il paese e il contorno.
Specialità del luogo, spritz con aromi di genziana e non so cos’altro chiamato “Hugo”: E’ da inserire nelle guide turistiche.
Bellissime la facciate delle case.
Tornato al camper trovo la polizia che ci ricorda che lì è divieto di sosta. Mi sposto un paese più in là, trovo un parcheggio tra un torrente tumultuoso e la statale. La notte la temperatura scende a cinque gradi e mezzo. Forse è il momento di tornare al calduccio.

 


Pericoli


8 agosto
Alta via delle Dolomiti da Cortina a Cimabanche
Bellissimo percorso ciclopedonale che riprendo. Dall’ampia vallata di Cortina, lungo la Valle del Boite, s’arriva ad uno stretto passaggio, una specie di Canyon solcato dal torrente Felizon con il suo spericolato ponte. Poco più su il dirupo ove sorgeva il castello di Bodestagno da cui  si gode la vista di tutta l’area dell’ampezzano. Subito dopo si gode la Piana del Rufiedo, costellata di mille rigagnoli di acqua pura e freschissima sino a Cimabanca, 1530 metri.

Da Cortina è stata sempre una tranquilla e pacifica salita. Ho attraversato gallerie, che imboccandole paiono grandi bocche d’aria condizionata freddissima; ho solcato immense slavine candide che discendono da alti dirupi sino a valle; mi sono dissetato a ruscelli che odorano di neve; ho provato le vertigini ad attraversare ponti che paiono agganciati ai pilatri del cielo.

Non ho però capito la smania di spaventare la gente con i cartelli di pericolo esposti ogni chilometro lungo questa bellissima via.
-Se uno stambecco attraversa la via, cosa può fare, beccarmi in testa con gli zoccoli posteriori?
-Se ci sono persone che passeggiano tranquille, cosa possono fare, investirmi? O devo preoccuparmi della loro salute giacché il cartello li tratteggia anziani?
-Se passa un trattore, mi vedrà o mi scambierà per il Pulcino Pio?
-Se cadono frane e sassi che faccio? Devo camminare guardando in alto per schivarli?
-Mi avvisano pure che potrebbe passare una macchina che, se schivo i sassi dall’alto me li potrebbe tirare dal basso. Mi metto la corazza?

-La pista si trova a circa milleduecento metri di altezza media; cinquecento metri in basso c’è  valle e fiume; mille metri in su le vette. Mi spiegate come fa ad allagarsi la strada? Hanno forse scoperto che i conti della fine del mondo non sono esatti e potrebbe avvenire anche prima tramite ‘Diluvio universale’?

giovedì 29 novembre 2012

Ho la prova

7 agosto           
Cortina
E’ circondata, da tutti i lati, da altissime vette rocciose che s’innalzano verso il cielo. Alcune coperte da nubi sembrano essere infinite. Verdissimi prati che all’esterno si innalzano sotto le vette, per ridiscendere morbidi verso il paese come a cullarlo.
Qui una tetra notte ridiscese, rotolando dolcemente, il Rag. Ugo Fantozzi.
Non posso credere di trovarmi davvero a Cortina d’Ampezzo, il mito delle Dolomiti. Ho fatto foto che lo provano.

Perle


7 agosto

Lago di Misurina: non saprei trovare parole migliori per descriverlo: “E’ una vera perla!”.

Devo aggiungere, però, che è molto fotogenico.

Musei d'arte ... all'aperto




 

6 agosto
Cadore, Cibiana-Pianezze-Masaré
Sono tre paesini con numerosi dipinti alle pareti delle case. Come Arcumeggia di Varese moltiplicato per tre. Molto belli e caratteristici, ma le opere d’arte vere sono le cataste della legna.

Ferovia


5 agosto

Belluno,  Cadore e Cortina d’Ampezzo.

Ho chiesto informazioni ad una signora, in merito al percorso di un’ex ferrovia, diventata pista ciclopedonale che so essere da queste parti. Dapprima ha risposto di non saperlo, poi, sentendomi parlare di treno ha capito: “Ah, dove passava el trenin!” E mi ha indicato il luogo.
Evidentemente non è stata fatta ancora la traduzione in dialetto della parola ‘Ferrovia’, in fondo basta togliere un’erre.
 Questa pista, ex ferrovia, inizia a Pieve di Cadore (qua tutti i paesi sono ‘di Cadore’) e arriva in Austria: una meraviglia di percorso che, senza tanta fatica, consente di ammirare il meglio delle dolomiti venete.
Tra queste meraviglie ho trovato, a Calalza (di Cadore) una fonte termale, le cui acque corrono senza alveo in mezzo al bosco convogliate dalle radici delle conifere e, a volte,  creano piccoli laghetti o pozze. Mi sono seduto in attesa di veder e Ninfe Satiri e Folletti: Devono vivere per forza qui!

mercoledì 28 novembre 2012

Riduciamo le province?


4 agosto

Il caldo stà aumentando anche il Altopiano, quindi vale la pena risalire in alta montagna. Faccio tappa a Belluno che non ho mai visitato.
Grande influenza della Serenissima nelle architetture della città; bella la corona di alte vette che la proteggono a nord. Passeggiando per la città si gode di una piacevole sensazione di tranquillità.
Una bella cittadina da visitare, se si é da queste parti, sennò pazienza.

Vitelli feroci

I futuri produttori di Formaggio di Asiago. Carattere forte, latte gustoso


 

Sempre drito


2 agosto

Vista la calura in valle, continuo le mie passeggiate in Altopiano. Non amo lagnarmi, ma devo dire che le segnalazioni dei sentieri sono davvero scadenti e mal distribuite.

L’altro giorno, alla scalinata di Calà del sasso, ogni 30 gradini un segno. Ma dico io: “Dove vuto che possa ‘ndare, ghe se soeo la scalinata e montagne a destra e sinistra?”

Nei boschi invece, un segno ogni tanto, ho pensato che: “forse i ga fenio a vernise!”

 Se chiedi informazioni ai locali ti guardano con un’aria del tipo: “sito mona?” e dicono: “Varda! Va sempre drito, te cati par forsa”. Qui non esistono strade diritte, mai vista una.

 Quando a colpi di fortuna e fiuto si arriva a qualche meta non vi sono mai spiegazioni. Costa molto dirci qualcosa: “Caro mona de turista: Questo se… sta roba…….., se dise che…, i gha scrito …” Insomma ‘do monade’ e noi si va a casa felici e contenti.

Oggi mi sono trovato ad accompagnare turisti locali in un posto da me trovato per caso e che loro cercavano da tre ore (io m’ero perso da sette): Si chiama “Buso de Stonehause” e ancora adesso non so ‘cossa mona el xe’.

martedì 27 novembre 2012

Ammiraggi


31 luglio
Qualcuno sa dirmi che pianta è? Se è quello che penso ne ho trovato un bosco pieno e mi pare di andare più forte.

Via Crucis


30 luglio
Calà del Sasso è una scalinata dichiarata la più lunga del mondo. Conta 4.444 gradini per un dislivello di 750 metri. Oggi ho fatto questa scalinata.
La scalinata si dipana in numerosi tornanti, incastonata fra le rocce e immersa nel verde profondo di una lunghissima gola. Ci sono tratti facili alternati ad altri più impegnativi. Con calma dopo un  primo tratto tolgo la maglietta, poi sentendo aumentare il calore anche la canotta. Infine, piedi in fiamme, posso immergere le stanche membra alle gelide acque del Brenta. Fantastico ristoro e piacevole pausa, a Valstagna quella dell’altro giorno.
Sono finalmente sceso in valle. Sbalzo termico: al Sasso, 18°  a Valstagna, 38°.
Valstagna è il paese delle zattere. In pratica fanno una specie di rafting con delle zattere tipo la porta di un armadio. Due persone in ogni zattera.
Il paese è diviso in 3 rioni e un quarto che è una frazione. Questa specie di palio si è svolto ieri e ha vinto Oliero. Pazzesco! Come si vincesse Orago contro i rioni di Jerago.
Pomeriggio ore 13, a digiuno, ritorno.
-Nel primo mistero doloroso si contempla O.N.B. che aggrappato ai bastoni arranca sui gradini  fustigato da quattro rovi sospinti dal vento. Stilla nettare rosso, prezioso Spritz per zanzare.
- Nel secondo mistero doloroso si contempla O.N.B asciugarsi il viso con la maglietta. La sua sfatta fisionomia si stampa su trama e ordito e ritrae la sofferenza del volto. Nessuna pia donna intorno.
- Nel primo mistero gaudioso si contempla l’annunziazione dell’Arcangelo Raphael: “tu aspetti (??? … ???) di raggiungere una meta, ma è molto, molto lontana.
- Nel quarto mistero apocrifo si contempla la Caverna socchiusa da un masso, da cui esce fresca brezza e uno strano odore e O.N.B. si disse: Lazzaro! Alzati e cammina!
Nei primi tre misteri gloriosi si contempla: l’Ascensione nell’Altopiano, la congiunzione con l’acqua santa e fresca e la seduta alla destra del camper per la beatitudine eterna.

Indicatio non petita


28 luglio

Sono tornato in Altopiano, ovviamente, e riprendo i passeggi in montagna. Non ho una meta, parto e basta. Dopo un bel numero di ore sono quasi alla cima all’ultimo promontorio che spicca a mille seicentocinquanta metri.
Ultima fatica prima della meta é attraversare una vasta superficie adibita ad allevamento mucche di alta montagna, si vedono le prove a terra. Controllando di non danneggiare le tracce vedo numerosissime cavallette che allegre e festanti saltellano davanti ai miei piedi e sembrano indicarmi la via. Giovani mosche si parano davanti agli occhi e girando festanti mi sussurrano: vvvvvvvai di là! ……vvvvvvvai di là!   vvvvvvvai di là! ………….

Miiii, ho capito, cheppalle!  

Preghiere


29 luglio, Altopiano
Non racconto di grandi visite perché ora quel che conta è stare al fresco ma oggi, passeggiando, ho scoperto un altissimo ponte tra Enego e Foza, sempre in Altopiano, che dicono sia il più alto d’Europa. Qui ho visto umani (?) lanciarsi col Jumping.
Ho visto in faccia i tre che erano in attesa, già imbragati e non ho visto in loro la tremante attesa dell’avvenimento ma volti tesi, molto tesi. Uno di loro mi ha raccontato di riti di pre-lancio del genere Ave Maria, Padre Nostro e anche di un intero rosario.
Ho atteso il lancio di uno di loro: Impressionante l’urlo che ho sentito echeggiare per la vallata!

Su e giù per la Valsugana


27 luglio

Il Brenta nasce dai laghi di Levico e Caldonazzo. Da questa foce e per circa 50 chilometri corre in Valsugana, che è la valle mito del corpo degli Alpini. Doverosa premessa.

La valle è mediamente a centocinquanta metri sul livello del mare ed è costeggiata da montagne alte da mille a duemila metri. Il paese principe della zona è Valstagna: dove stagna vuole ricordare aria, vento, brezza, insomma qualsiasi movimento di aria che consenta il respiro. Non c’è nulla di tutto questo né in questo paese ne in tutta la valle. Segnalati trentotto gradi e umidità al cento per cento, ma tranquilli, stò scrivendo, quindi sono sopravvissuto.

Marostegane


26 luglio
Marostica, famosa per le ‘ciliegie di Marostica i.g.p.’ e per la ‘piazza degli scacchi’ (dove si gioca con scacchi viventi). Colpisce quel castello sulla collina, le mura che ne discendono e circondano il paese come un abbraccio. Il secondo castello in basso all’ingresso dell’abitato sembra fungere da secondo guardiano.

Sono le ciliegie, le mitiche “Sarese Marostegane”, che però mi risvegliano ricordi.

Avevamo una zia piuttosto dura, zia Italia, che ci impressionava. Non ci ha mai fatto nulla di male, ma l’abbiamo vista più volte rincorrere il figlio lanciandogli mattoni, spesso prendendolo alla schiena.

Allevava oche, non polli e maiali come gli altri: la vedevamo bloccare l’oca di turno tra le gambe, aprirgli il becco, infilargli fette di polenta in gola e spingerle in fondo col bastone, metodo usato per ottenere il famoso foiis gras’; siamo negli anni ’50, e mi chiedo chi gli avesse consigliato questo strano allevamento.

Il risultato era che le oche, così allevate, ovviamente erano aggressive pure loro, come la padrona e noi si tenevano le distanze dall’una e dalle altre. Lei però, nell’orto, aveva le “sarese marostegane” che noi non avevamo. Avevamo tutti i tipi di ciliegie tranne quelle e naturalmente ciò che non si ha è sempre più buono, e quelle erano decisamente più belle, più grosse e più buone. Un giorno ci propose di salire a raccogliercele. Non credevamo ai nostri orecchi: partimmo come fulmini tutti e sei i fratelli, gli altri tre erano al lavoro, ma ci bloccammo davanti alla pianta. Ci eravamo dimenticati che lei, per non farsele rubare, aveva potato la pianta in modo che i primi rami fossero a circa quattro metri dal suolo: inarrivabili. Ci voltammo verso di lei presagendo la truffa, ma vedemmo che il suo ghigno emanava già soddisfazione, il suo volto divenne umano e disse: “ve porto a scaea!” Salimmo e mangiammo davvero a crepapelle, consci che chissà quando ‘zia Italia’ ci avrebbe rifatto un simile dono.

lunedì 26 novembre 2012

Graspa


25 luglio

Niente da fare, troppo caldo, devo lasciare la laguna. Torno verso le montagne, al fresco.

Bassano del Grappa: Non manca nulla. Il fiume che lo attraversa (Brenta), bellissime montagne di contorno, attrazione turistica di alto livello (ponte degli Alpini o del Palladio: si lui, quello di Vicenza), numerosi siti storici e architettonici (ville, torri, castelli, chiese), e due magnifiche piazze, attigue, davvero graziose.

La sera, dopo cena,  torno in centro per verificare l’illuminazione notturna: una mia passione. Trovo l’esibizione di un artista di strada, il concerto di una banda slovacca e tanta gioventù che passeggia. Davvero bella questa Città. Mi siedo al tavolino di una bella osteria e il cameriere mi dice: cossa ghe dago? Io lo guardo perplesso …? Lui si corregge: El me scusa, la grapa la vole seca, morbida  o inveciada?

Boscolo di Chioggia


24 luglio, Chioggia

Sospendo la conquista di Venezia e cambio strategia: provo girando intorno, riparto da Chioggia.

La cittadina è simile a Venezia, calle, campielli, ponti ecc…, peccato vi siano due strade collegate alla terraferma e ci sia molto traffico.

E’ tarda mattina e passeggio in centro. Non trovo la classica piazza, ma c’è una lunga strada, circa un chilometro e molto larga. A destra un bar dopo l’altro e a sinistra pure. Solo cinque interruzioni per altrettante chiese.

La mia fulminea capacità di calcolo mi resoconta che, sui tavoli, ci sono poco meno di diecimila euro di spritz, da queste parti si beve solo quello prima dei pasti. Gli stranieri lo gustano anche durante i pasti e pure  dopo.

Chiedo informazioni per una banca con bancomat. Un signore molto cortese mi indica: ‘davanti ce ne sono tre, tornando ve ne sono cinque, a destra due a sinistra sette’. Caspita! Esclamo, Tante banche, tanti soldi! Ah, no so, mi no ghi no! Si schermisce.

Ma io so benissimo chi li ha: “Boscolo”! Qui, tutti si chiamano Boscolo.
 

Chissà la domenica?


23 luglio

Tra le altre cose, il bello di viaggiare in camper è andare al posto giusto al momento giusto.
L’aria è rinfrescata, è lunedì, quindi decido di puntare alla tappa principale: Venezia.
Temperatura perfetta, aria fresca, sole.
Vedo la Basilica: meravigliosa! Per entrare duecentocinquanta metri di coda.
Il Campanile: possente, alto, per salire centottanta metri di coda.
La Torre dei Mori: suonano in quel momento le undici, per salire duecento metri di coda.
Palazzo Ducale: trecento metri di coda.

Scopro che, per chi si presenta con i biglietti preacquistati in internet, c’è la corsia preferenziale che è totalmente libera. Per un ‘nonno internet’ come me, che non ci ha pensato, è un’umiliazione.

Decido di optare per la mia specialità: perdermi per le viuzze della città.
Mi saluto alle undici.
Mi ritrovo dopo sette ore in piazza Accademia, vicino alla partenza del traghetto.
Come da prassi, mi siedo al localino, per il sorseggio dello Spritz prima del ritorno.

 
Resoconto economico ad oggi: Costo totale per spritzh 24 euro, per musei 12.

Vicentini 'magnagatti'


21 e 22 luglio

Vicenza, città del Palladio e dei magna-gatti.

Il Palladio è effettivamente il simbolo di questa città, ma non solo. Splendono architetture dal periodo della Serenissima e giù sino alla romanità.

La cittadina è molto ben tenuta e florida. Una via principale e alcune traverse conducono alle sue principali attrattive e bellezze: millecinquecento metri circa di meraviglie.

Per il detto che i vicentini siano magna-gatti non so che dire, non ho visto in giro nessun gatto.

Comunque la città è  molto ma molto bella e in giro c’è tanta ma tanta Mona.

 

Poco lontano c’è Il santuario di Monte Berico. Va visto e consiglio di salire a piedi sotto il meraviglioso porticato (cinquecento metri). Per evitarvi shock, avviso che la chiesa ha tre facciate uguali (penso che l’architetto non sapesse che le chiese devono guardare a ovest). La chiesetta incastrata al quarto lato è dove hanno ricavato l’ampio altare (un adattamento simile non l’avevo mai visto).
All'interno della grande chiesa improvvisamente mi appassiono dei salmi cantati dalle tantissime vecchiette il cui stridulo canto risuona tra le grandi navate affrescate.

Gatti in calore


20 luglio
Asiago
Mi avvio per una tranquilla passeggiata, sul percorso di una ferrovia dismessa, che attraversa  l’altopiano da Asiago sino a Cesuna: dodici chilometri. Arrivo alla meta intorno alle due del pomeriggio e da prassi sosto al localino per un classico del luogo “panino con Soppressa e bianchino fresco”. Sono assetato ed affamato e, fortunatamente,  sono subito servito.

Come si può non amare un’umanità che sa inventare simili meraviglie. La forma perfetta del salume con colori che spaziano, in nuance, dal panna al mogano con costellazioni di ‘rosso Pompei’. Tutto inserito in un trionfo di pane croccante, la cui sola esistenza appaga dalle fatiche umane, splendente nel suo cromatico venghé. Lì a fianco, dorato, splendido, in un  boemo bicchiere di cristallo imperlato di finissima rugiada, il ‘Bianco di Custoza’.

La melodia del pane che cede al mio bramoso morso, il sapore che impregna tutte le papille. Poi quella goccia di rugiada, ingrossata, che scende rigando e risaltando l’invenzione del Patriarca Noè.  E’ il richiamo …: Sorseggiami! Ed ecco, odoro il profumo del vento che soffia tra le valli dei Cimbri e del pino bianco resinato; vedo il fiore vermiglio del cardo, gruppi di silenziose campanule color cielo e l’immensa distesa di fiori bianchi e ambrati.

Mi riprendo di soprassalto e ordino velocemente caffè, per non raddoppiare. Devo percorrere ancora dodici chilometri per il ritorno.

Al ritorno godo del panorama di questo bellissimo Altopiano. Ci sono sette Comuni e una miriade di altre piccole frazioni. Ogni agglomerato di case ha la chiesa e sempre un alto campanile. Tutto l’insieme mi dà l’impressione di un grande cortile in cui vi sono numerosi gatti acquattati, con la coda in aria, in attesa del proprio turno.

domenica 25 novembre 2012

Catena alimentare ad Asiago


19 luglio
 Altopiano di Asiago
Sono senza estratto di latte, devio quindi il mio percorso verso l’altopiano di Asiago, patria del formaggio. L’Altopiano è alto (mille metri e rotti), ma non è in piano: pare di vedere le Langhe del Monferrato o le colline dell’Umbria. Ci sono venti gradi o poco più e un leggero venticello fresco di montagna, il sole splende. Mi avvio al centro del capoluogo e mi assale un profumo per me inconfondibile, inebriante, (è mezzogiorno) “I Bogoi”, monega! Mi vedo già seduto al tavolino con lo spillone per estrarli dal guscio, al fianco un fresco Bianchino, …….. Non trovo la bancarella, è sparito il profumo… Allucinazione? ... Noooo! E’ come togliere le caramelle al bambino. Domani investigherò.



 
Completo il programma di oggi con la camminata tonificante: tre chilometri in salita per Monte Interrotto. Non so come, ma, dodici chilometri dopo, stavo ancora arrancando. Finalmente una bellissima radura, ben rasata, con tavoli e panche; alzando gli occhi vendo un enorme castello: Questo non era previsto. C’è il fossato, mura altissime, torrioni, magnifico! Scopro che è un forte militare di fine ‘80.
Davanti al Forte (il monte è ‘Interrotto’) c’è uno strapiombo e, ai miei piedi, tutto L’altopiano del formaggio.
Ritorno per una strada diversa e, in effetti, sono tre chilometri.

A proposito: non avevo il formaggio in camper solo perché non mi piace.