sabato 29 dicembre 2012

Taormina: La Farfallona





Piazza 9 aprile di sera
28 dicembre Taormina

Bellissima la sera di ieri, non mancava nulla, gente, negozi aperti e sfavillanti, bancarelle da mercatino natalizio, musiche natalizie, piazzetta 9 aprile addobbata e vista su Giardini Naxos ai nostri piedi. Spritz perfetto a nove euro e settanta.

Taormina è bellissima e cara. Oggi l’ho vista alla luce di uno splendido sole.
Piazza 9 aprile con l'Etna sullo sfondo
E’ adagiata su un promontorio a picco sul mare, solo duecento metri di altezza, ma pare di essere tra le nuvole. A nord il panorama offre mare, Calabria e la costa sino a Messina; a sud mare, costa sino a Catania e Etna quest’ultima si gode maggiormente dall’ ”anfiteatro greco” e la si apprezza maggiormente scrutandola dall’apertura del proscenio.
Taormina vista da Giardini Naxos
In alto svetta il castello Saraceno che ho raggiunta con la scalinata che si diparte dalla piazzetta principale.
Salita impegnativa ma davvero incantevole. Da lassù ho potuto notare quanto dicono, Taormina è adagiata sul promontorio e ha la forma di una farfalla. Insomma una ‘farfallona’ perché questa ho scoperta essere la sua storia più importante.
Ai tempi della Regina Vittoria, la famosa regina d’Inghilterra, potente e integralista cristiana, avvenne uno scandalo che investì Lady Florence Trevelyan sua nipote. Non si sa quale fosse il peccato, ma venne esiliata, con congruo vitalizio, a Taormina.
Gazebo di natale a Taormina
Il personaggio qui poté, indisturbato, fare quanto altrove non era permesso: Ricca, potente e molto amante della vita, fu lei l’artefice della rinascita della città e del mito che a Taormina tutto fosse consentito, Il motto era: “ il piacere del corpo risveglia la vitalità dello spirito”.
Si propagò nel mondo il mito di Taormina per i suoi "dotti cenacoli", per il "mito d'Arcadia", per la sua sfrenata "dolce vita" gli efebi locali. Miti che si protrassero nei secoli successivi e condussero a questo lido le più famose donne d’Europa. Provocazioni che altrove erano impensabili qui trovarono facile coltura e punto di riferimento per una grande proliferazione di artisti a Taormina ebbero alloggio, protezione e fama.
Vista mare e Etna dall'"Anfiteatro Greco" di Taormina
Solo qui certe cose erano ammesse, non altrove, nemmeno nella vicina Capri. L'armiere tedesco Krupp tentò di esportare, appunto a Capri, questo modo di vita, ma, travolto dallo scandalo dovette suicidarsi.
Si narra che quando i francesi, nel 1650 circa, invasero questi luoghi, fossero additati con supponenza e disprezzo e divenne famosa la frase con cui il signore del luogo apostrofò il capo dei francesi invasori con il famoso motto: "Quando voi eravate ancora sulle piante, noi qui, eravamo già Checche".
Abitato di Taormina, "ala destra della farfalla"
Una caratteristica di questi luoghi è la mesta presenza delle chiese e si può capire. Non ci sono campanili o chiese che svettino sull’abitato  (tranne l’orrendo cono esagonale di Giardini Naxos) sono tutte nascoste tra le case; una di queste è stata costruita sopra un antico tempio dedicato a Giove. Non capisco perché non si possa avere rispetto per i nostri progenitori creatori della nostra civiltà i quali credevano in altri Dei: Perché profanare i loro templi.

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