giovedì 29 settembre 2011

Rimpianti

6 settembre
Ho capito ora che le ferie sono terminate.
Sembra ieri che sono partito ed è già finita, quaranta giorni di vita passati in un baleno: Che spreco!
Nessuno con cui condividere tutto quello che ho visto, le sensazioni provate, ………!!!
STO SCHERZANDOOO!!!

venerdì 9 settembre 2011

Il mondo mi attende?


5 settembre Verona
Verona:la collina panoramica
Ieri sera Il temporale ha impedito la visita alla città, il centro è a quattrocento metri, come posso andarmene così? Mi avvio, il mondo può attendere.
E’ un lunedì d’inizio settembre, ma le strade di Verona sono piene di turisti.
Verona: Piazza delle Erbe
Un’ininterrotta processione si snoda da Castelvecchio con i suoi panorami sull’Adige, la sosta in Piazza Bra, e giro dell’Arena. Ci si inoltra poi nelle viuzze verso la casa di Giulietta e su fino alla bellissima Piazza delle erbe. Incredibili bellezze anche entro le chiese affrescate, in particolare il Duomo e Santa Anastasia.
Dopo quattro ore di visita mi sento appagato, Verona è una meraviglia.
Non sono stato alla casa di Giulietta, avendo saputo dai tifosi napoletani quali fossero i suoi costumi.

Polli in batteria

3 e 4 settembre Bibione
Ora è giunto il momento di reimmergersi in fresca salamoia: si va alle grandi spiagge nel nord Adriatico.
Ho provato con Lignano, sia Riviera sia Pineta sia Sabbiadoro, ma, pur essendo settembre, pare siano ancora tutti qua. Provo con Bibione: dopo un’approfondita perlustrazione trovo posto, solo cento metri dal mare, direi che può andare.
Qui l’ambiente è quello classico che io chiamo dei polli in batteria.
Sfilata mattutina verso il mare e rientro per pranzo all’una. Ripartenza a metà pomeriggio e rientro per cena. Poi passeggiata serale per negozi. Tutti insieme negli stessi orari, appassionatamente.
Bibione: coltivazioni
Sabato lo trascorro disperso per la campagna tra le foci del Tagliamento e la città. Solo verso sera trovo la via del mare per il bagnetto di rito.
Il mattino dopo, di buon’ora, passeggiata sul lungomare, in battigia. 
Bibione: Batteria a riposo
Da Bibione, sino al porto di Baseleghe, ci sono ventotto postazioni con Bagnini e scialuppe di salvataggio, ininterrottamente. Ogni postazione è circondata da ombrelloni e sdrai disposti per venti file in profondità e lunghe circa duecentocinquanta metri ciascuna. Vado sino in fondo, circa sei chilometri.
Oggi è domenica e sin dalle prime ore, lentamente, le spiagge si riempiono; Il bagnasciuga diventa sempre più una via trafficata.
Bibione: Grandi scavi
Bibione: che impressione!
Al ritorno incontro grosse difficoltà, sono costretto a zigzagare per evitare i grandi scavi: babbi al lavoro e bimbi alla larga. Schivando scavi e costruzioni, spesso la strada è comunque sbarrata da grossi mammiferi al pascolo. Il frequente rientro sulla spiaggia asciutta per evitare ostacoli mi ha stroncato. Anche per oggi ho dato, il sole l’ho preso, il bagno l’ho fatto. Credo di non dovere altro.
Il tempo si guasta e decido di approfittare per guadagnare un po’ di strada per il rientro, mi avvio verso Verona. Penso a una visitina serale almeno a parte della città, ma arrivato scoppia il temporale. Un lampo incredibile seguito, a mezzo secondo, dal tuono, da il via al concerto per tuoni, fulmini e scrosci.
Quel fulmine era caduto a nemmeno un chilometro di distanza, ma il boato è stato terrificante. Evidenzio che ho calcolato la distanza ove è caduto il fulmine: Mezzo secondo di tempo, il suono viaggia a duemila metri secondo quindi un chilometro. Spesso mi diverto a valutare con questo sistema se il temporale che si sente a distanza si avvicina o si allontana. Perché faccio questo conto? Metti che debba raccogliere il fieno; oppure richiamare il gregge di mucche o pecore; o ritirare i panni stesi (questa è già meglio). Mi andava di raccontarla perché molti non lo sanno e mi va di tirarmela.

Anche Hemingway andava in cason


Marano Lagunare: Barconi da pesca sul lungomare
2 Settembre: Marano Lagunare
Passeggiata fotografica mattutina. Sto cominciando ad apprezzare moltissimo lo stile dei paesi di influenza veneziana. Trovo che sia uno stile piacevole e vivace, davvero da godere.
Il paese vive di pesca ed è interessante la lunga fila di barconi da pesca ormeggiati; Montagne di reti alloggiate ovunque ed attrezzi sconosciuti che affollano il lungomare.
Marano Lagunare: Calle Granda
La via principale, con i suoi piccoli caffè e i negozietti, è gremita di persone a passeggio, o sedute ai tavolini sistemati nella via.
Sento i discorsi: Go dito … la me ga dito… schei ……go dito, …. Disito? … schei par la casa…. Dito si? … a se morta? Varda! o ghea dito…
M’incontra il signore che mi aveva interpellato ieri sera senza motivo e senza attendere risposta: oggi mi guarda e mi dice che sta partendo senza aggiungere altro, credo sia colui che tutti i villaggi hanno. Mi supera, mi volto e lo vedo immergersi tra la gente del borgo. Noto, in quel momento, che tranne lui e me, sono tutte donne e, prevalentemente, anziane. Mi spiegheranno poi che gli uomini sono a pesca per mare.
Narano Lagunare: I Casoni
Marano laguanre: Riserva Naturalistica
Mi resta la visita alla ‘Riserva Naturale’. Hanno ricostruito l’ambiente pre-bonifica consentendo la presenza di un’ampia varietà di animali, e vegetali, un tempo scomparsi dalla zona. Ed hanno anche ricostruito o recuperato i famosi “Casoni” descritti da Hemingway. Ci sono una passeggiata ben strutturata, anche su pontili, e un tunnel, in fondo una Casone dotato di acquario e postazione nascosta per godersi gli animali in palude. Tutto ben fatto.
Fa caldo, tanti insetti, fame: La vita del villeggiante è molto dura!

mercoledì 7 settembre 2011

Finalmente i bigoi

1 settembre: al mare
Decido di tornare al mare. Ho programmato un sopralluogo a Palmanova e faccio una specie di rientro da dove sono partito, verso la Laguna di Grado.
Lascio libertà di percorso alla “signorina Ricalcolo” e mi ritrovo al passo di San Boldo, ma al contrario. Devo affrontare quelle gallerie, in discesa e pare che stia per piovere. Mi organizzo: corpo inclinato tutto all’indietro, piede morbidissimo sul freno, prima marcia e via. Arrivo in fondo tranquillo e pure senza pioggia: Non mi sono divertito!
Sono a valle, altitudine centottanta metri e miss Ricalcolo mi fa uscire dalla via principale. Ma sì, vediamo posti nuovi! Mi dico. Improvvisamente la strada si fa strettissima e una pendenza incredibile: ma come, siamo a centottanta metri di altezza? La spiegazione c’è: La pianura friulana sale da Grado, due metri sul livello del mare, sino ai ventiquattro di Pordenone che é trenta chilometri all’interno. Mi trovo quindi all’ultimo baluardo collinare e sto scendendo al piano ben centosessanta metri più giù e in Friuli, le montagne e le colline sono sempre a picco. Affronto la discesa: qualche centinaio di metri poi, d’improvviso, il nulla. Davanti a me, sessanta chilometri di pianura sconfinata.
Il percorso segue un ritmo ben preciso: cinque chilometri di strada diritta poi girare a destra; altri cinque chilometri di strada diritta poi girare a sinistra; altri cinque chilometri di strada diritta poi girare a destra, tutto così. Tra gli sbadigli, improvvisamente, Palmanova.
Palmanova vista dall'alto
La "città fortezza di Palmanova" ha quella caratteristica forma a stella con nove punte che la rende unica, vista dall’alto.
Il paese in sé non è particolarmente interessante. Bella la piazza centrale con i suoi nove lati e fa effetto vedere tutte le strade convergere verso il centro della piazza. Girando intorno al centro tutte le vie sono parallele ai nove lati della piazza e le curve sono sempre, tutte, di quaranta gradi. Appunto di passare una serata alle giostre.
Finalmente, quasi a sera, arrivo al mare di Marano lagunare e scopro che lì non si può fare il bagno: Pazienza! Il paese è molto carino e odora di buon mangiare. Stasera cena fuori: Bigoi con le Sardele e fritto misto freschissimo, poi si tira tardi in chiacchere col ristoratore, a suon di grappa.