domenica 14 agosto 2011

Cevapcici

9 Agosto: Rovigno costa sud del parco mazionale
La mattina, dapprima scorrazzo per il campeggio, faccio la spesa, scrocco il giornale al bar, do ordini ai giardinieri poi parto per il versante sud.Stessa ‘mise’ di ieri.
Macchia mediterranea istriana
Qui il paesaggio è molto diverso. Trovo, infatti, la macchia mediterranea che avevo visto in Sardegna, ma mentre lì è alta circa sessanta centimetri, qui è un bosco entro il quale si cammina. Una fresca galleria di verde.
Il lungomare é molto diverso. In parte trovo ancora il grosso ciottolato bianco caratteristico della zona, ma spesso forato come il gruviera. 
Ho trovato dei sassi con incastrate delle cozze, cresciute in base alla dimensione del foro in cui si erano infilate. Ora capisco perché si dice ‘testa di cozza’.
Nei numerosi promontori cammino su grandi lastre di granito che si ergono inclinati contro il mare, sono striati e sembra che segnino le età come gli anelli delle piante.: Sono in granito bianco lo stesso con cui sono lastricate le vie di questi paesi.
Spesso svettano  piattaforme bianche  che sormontano altre nere.  Molte sono nere con uno strato di rosso probabilmente per la creta rossa dei terreni. Vi sono ampie zone totalmente nere che si stagliano sul blu del mare. (M’accorgo d’aver  descritto: bianconero, rossonero e ner’azzurro)
Sono partito verso le nove, sono le quindici e trenta, pensavo di fare digiuno, ma vedo cartelli con un pollo allo spiedo. Non resisto.
La lista propone piatti conosciuti ed altri strani, uno in particolare con un nome simpatico, chiedo cos’è e per tutta risposta mi chiedono se è la prima volta che vengo in Croazia: significa che ho centrato il piatto tipico.
Un litro d’acqua venti kune poi mezza  birra, un piatto di ‘Cevapcici’, totale sessanta kune. E’ chiaro che devo smettere di bere acqua.
I ‘Cevapcici’ sono dei bocconcini di carne macinata di forma cilindrica e cotti alla brace, accompagnati da una salsa a base di peperoni, paprika e qualcosaltro con contorno di cipolla tagliata grossa non condita.
Sono le sedici e riparto sperando di arrivare prima del buio.
Viaggio veloce e, per tre ore, sono accompagnato da frequenti ruttini, specialmente quando reincontro i numerosi nudisti che infestano la zona (ma perché i nudisti sono tutti grassi/e e vecchi/ie?).
Verso le sette di sera, stremato ma certo ormai di farcela, mi fermo per il quarto bagnetto, unico del ritorno. Adesso va bene, sento di poter affrontare altre ore di cammino, in quel momento mi accorgo d’essere sulla spiaggia del mio campeggio d’adozione.

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