sabato 18 giugno 2011

VUVUZELA e CLINTON

Il gambo delle foglie di zucca è un gambo piuttosto lungo, può arrivare a un metro di lunghezza  e totalmente cavo all’interno. Da piccoli noi li usavamo come trombette proprio come le vuvuzela, Tagliavamo in alto appena soitto la foglia, in basso alla base, un taglio nella parte stretta in alto in verticale e il gioco era pronto. Soffiando dal lato del taglio si otteneva un suono monotono come le trombette dei mondiali di Cape Town. Naturalmente ogni gambo/vuvuzela aveva un tono diverso, noi, nove fratelli, avevamo addirittura due note in più.
Mio padre invece usava questi gambi per prelevare il vino dalla sua botticella. Nel sottoscala di casa c’era una botte che ogni anno era riempita di puro, sano, unico, Clinton. C’era il rubinetto nella parte anteriore per versare nella caraffa da mettere in tavola durante i pasti e sopra il grosso tappo di sughero. Era molto semplice togliere il tappo superiore, infilare il gambo di zucca e succhiare, ed è quello che faceva spesso mio padre tra un pasto e l'altro e durante l'happy hour. La botte conteneva circa duecento litri di vino. Il consumo giornaliero era: un litro a pranzo, uno e mezzo a cena e i prelievi continui giornalieri pari a un’ombretta e mezza ogni due ore.  insomma quattro litri il giorno. Duecento litri da dividere per quattro al dì fanno cinquanta giorni. Quella botte resisteva per 365 giorni. Gesù moltiplicava pani e pesci e trasformava l’acqua in vino? Mia madre era uguale! Ogni giorno, già pratica, la vedevo partire con la caraffa da tre litri e mezzo di acqua e versarla nella botte di Clinton, il consumo totale giornaliero netto diventava mezzo litro. Verso la fine riduceva l’entità del miracolo.
Va detto in difesa dell'intenditore di vino che era mio padre che il Clinton è un vino a bassa gradazione alcolica, difficilmente raggiunge dieci gradi, infatti, né è proibita la commercializzazione, ma il sapore, l’odore, il colore sono talmente potenti, che la gradazione passa in secondo grado. Il sapore è talmente forte che non ci sono aglio o cipolla che reggano, vince lui; L’odore è talmente inconfondibile che persino le rane ne vanno matte (vedi: ciucche e bocce); il colore è talmente nero che la seppia impallidisce e la macchia di clinton resiste a candeggina e dash in contemporanea.
Per questo motivo la continua immissione di liquido neutro era pressoché ininfluente.
La meraviglia da stadio avveniva quando, dopo prelievi di clinton di gruppo, i partecipanti soffiavano in compagnia nei rispettivi gambi/vuvuzela, ebbri di clinton. Ma quale waka waka?
Propongo una raccolta di firme per il ripristino commerciale del “Clinton”.

1 commento:

  1. ah ah che ridere! Lo assaggerei volentieri questo Clinton!

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