lunedì 27 giugno 2011

La Donna come Dio, una e trina

La grandiosità della donna sta nel fatto che, come Dio, è qualcosa di diverso in base al ruolo che assume.
Riesce a completare la grandezza teologica della religione, rappresentando anche il suo opposto, Belzebù.

Donna Belzebù.
Questa veste è occupata ovviamente della “suocera”. Non la suocera del genero, bensì della nuora e devono vivere sotto lo stesso tetto, solo così può avvenire la metamorfosi.
Ricordo il mio vecchio prete del paesino: in tutte le prediche sbeffeggiava le donne e le maltrattava, ricordo le mitiche frasi: “Queste damigelle, madamigianelle, …!” ma, importante, diceva sempre a tutti i giovani del paese: “Ricorda che non c’è al mondo tanta cattiveria quanta ce ne può stare in una donna!” Credo alludesse proprio alle donne suocera. Questa ex mamma che si vede sottrarre il figlio (di oltre 30 anni) proprio quando stava completandone l’educazione, e da una sciacquetta qualsiasi. Vede la creatura allontanarsi, cambiare modo di vestire e di mangiare, fare cose che prima non avrebbe mai fatto e che forse ama più la sciacquetta che lei. INACCETTABILE!
A prova di quanto dico racconto solo un fatto su mia nonna, quella buona che ci raccontava le favole e che adoravamo. Era in punto di morte, gli avevano regalato una bottiglia di ‘marsala all’uovo’, merce buonissima e preziosa in quei tempi. Chiamò sua nuora convivente, si fece vedere mentre ne succhiava un sorso a canna, quindi leccò tutto il collo della bottiglia e disse: “Deso vojo vedare se te vien a robarmea quando dormo!”

Donna Madre, e Dio padre.
Il volto di Dio nel dipinto di Michelangelo della Cappella Sistina che dà la vita ad Adamo, rappresenta una sintesi meravigliosa della bontà, comprensione e dolcezza, di Dio Padre. Quella sintesi ogni figlio maschio la vede mella propria madre. Un figlio non ha alcun dubbio sulla perfezione, bontà e grandezza della sua mamma, mai. Tu la mi mamma te tu hun la tocchi ha hapito. Tu mia mamma la lasci stare! (Urlando) TU MIA MAMMA LA LASCI STARE! Con le figlie c’è qualche distinguo, fra donne si capiscono.

Donna figlia e Figlio di Dio.
Se la figlia fa un complimento alla madre, questa chiede di cosa abbia bisogno. Quando la figlia fa gli occhioni al padre e ottiene ciò che vuole, questi rinfaccia alla moglie che la figlia vuole più bene a lui. Sappiamo da padri che una figlia non è perfetta, ma nemmeno Gesù Cristo lo era. Anche Lui, ad esempio, litigava con i preti e gliela fecero pagare cara; ha litigato parecchio nel Tempio con i commercianti; non disdegnava le buone mangiate in compagnia, arrivò anche a moltiplicare pani e pesci per completare una bella abbuffata; e quella volta, alle nozze di Cana, ragazzi, trasformare l’acqua in vino, li ha seccati tutti. Insomma non perfetti figlia e Figlio, ma gli vogliamo bene.

Donna moglie e Spirito Santo.
Come moglie la donna si moltiplica. C’é quella prematrimoniale, quella dei primi sette anni, poi dei secondi, poi dei terzi, magari anche solo dei primi mesi, sono tutti personaggi molto diversi.
Il terzo elemento della Trinità, poco descritto, poco raccontato si attaglia alla moglie perché nell’iconografia religiosa é rappresentato come un uccello. Ecco, è tutto qui: la moglie, l’uccello, lo rompe.
Auguri e figli maschi!
(2° comandamento: Non nominare il nome di Dio invano)



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