lunedì 2 maggio 2011

LA BISCIA

A mia madre.
Percorrendo un viottolo boschivo vicino alla Schiranna di Varese, mi ha attraversato la via una biscia. Ho fatto un salto all’indietro che ha terrorizzato la creatura che velocemente è sparita. Non sono riuscito nemmeno a fotografarla. Io non ho più paura dei rettili, ma la reazione scomposta c’è stata. Ricordo infatti che da piccolo, quando ancora vivevo nel Veneto, tu mi raccontasti di un serpente che uscì da fiume Muson di Padova, entrò in una casa, e all’urlo terrorizzato della Siora, questi si spaventò e cercò rifugio dietro un armadio. Era quel serpente talmente grosso che fece ribaltare il mobile.
Ricordo che per parecchio tempo ebbi paura anche dei lombrichi.
Molti anni dopo, ero con un altro tuo figlio nell’allevamento delle lumache, e trovai una biscia. Era attorcigliata su se stessa, colore marrone e testa squadrata. Superato l’attimo di paralisi, chiamai mio fratello che era duecento metri in là e gridai: ‘ c’è una vipera, mi aiuti a cacciarla? Ricordo che fece tre passi indietro (ducento metri più in là) e mi gridò: Prendi un bastone!
Credo che tu abbia raccontato anche a lui la storia del serpente del Muson.
Ora dico: Mamma! Ma ti pare il caso di raccontare storie simili ad un bambino.  Peggio di nostra zia Italia che ci raccontò la storia per “Poaro Fornareto de Venesia” e io stetti male per una settimana. Ma questa del serpente ci perseguita ancora oggi a tutti noi 9 figli. Che poi, è una storia che tu hai raccontato come vera, ma credimi, fa acqua da tutte le parti. Un’Anaconda in Padania, ma dai!

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